Frate donara una passara e corpusu a una mendichiante

di Gionatan Peddone.

"Non d'appu attrippara deu!" Così se ne difende il frate chiagliaritano accusato da una mendichiante di averla arroppata a chialci, pugni e serche. E forse ce scappata pure una teshtata.

Nessuno dei colleghi del frate vuole tornarne sull'episodio, poitta è bregungia leggia quella che è successa all'uscita della chiesa di Sanfranciesco in via Roma.

In prattiga, c'era una mendichiante che stava svolgendone la sua libera professione chiedendone le lemosina, e il frate, inzomma, non era tanto contento di cuesta cosa perchè ne intralciava il traffico di fedeli e a issu puru, ghe si può muovere solo con l'asilo di due bastoni.

Però il primo giorno a lasciato perdere, poitta è uomo di chiesa e timoroso di Dio. Custa senzatetto senè tornata pure il giorno dopo a chiedere monetine, e giài  giài il frate si fiara seghendi is callonisi, ma siccome ne è uomo di chiesa e timoroso di Dio, ha lasciato perdere di nuovo. Il terzo giorno con la mendicante sempre in mesu a is pattattasa non ci ha visto più, e urlandone "La prima si perdona, la seconda si raggiona, la terza si bastona!" ha improvvisamente ritrovato l'uso delle gambe e il vigore di gioventù, ha impugnato i bastoni po camminai a tipo ninciaccu-ningia e a cominciato a donai una cadra e corpusu alla mendicante a tipo Brus Li.

Secondo i testimoni oculati d'ari donau bussinarasa a boccidura, poi prese di vreslin e chialci rottanti, finchè la povera donna non ne è rimasta vittima in terra, perdendo il raund. Allora l'effetto del miracoloso uso delle gambe ne è passato e il frate è dovuto tornarne a usare i bastoni come sempre, po gaminai. Lui nega di averla picchiata ma unu sciaccu mannu di testimoni lo smentono. Però il vescovo vuole vederci chiaro e sta già indagando che il frate non sia stato posseduto demoniacamente da momotti, trasformandolo in una magghina da guerra. E inzà, schinetto, non ne avrebbe colpa di quello che ha fatto.