13/02/13

NON ZITTITE LA SATIRA! (o diventerà ancora più aspra e saprà come aprirvi il culo)

Vorrei per un attimo esulare dall'eloquio solito di Chiasteddu Onlài per esprimere una mia considerazione personale sulla questione Sanremo della serata di ieri.

«Che c'entra?» potrà chiedersi qualcuno di voi. C'entra eccome, visto che Chiasteddu Onlài è un blog fortemente satirico, e ieri si può dire ci sia stato un vero e proprio attacco, per non chiamarlo attentato, nei confronti della libera Satira.
Quello che si è visto ieri durante l'intervento di Maurizio Crozza è infatti sintomatico di come l'editto Bulgaro, promulgato nel 2001, abbia profondamente cambiato la società Italiana. In peggio.
Crozza ieri, a detta di molti, ha esagerato. Può darsi, ma è satira. La satira è esagerazione per definizione.

La satira non è politca. La satira è fortemente ANTI-politica. La satira non è l'espressione di un'opinione personale, è un'analisi profonda di una data realtà, principalmente politica, che viene caricata e portata all'estremo allo scopo di far ridere. Satira deriva dal latino Satura, che vuol dire pieno, carico, saturo, per l'appunto.

Ma la risata, nella satira, non è - e non deve essere - fine a sé stessa, non è semplice comicità, è satira, e son due cose ben diverse. Nella satira infatti la risata è una reazione paradossale perché una persona, rendendosi conto di ridere per una cosa seria, è inconsciamente portata a riflettere su quella situazione.

Se una persona non ride ad un pezzo satirico vuol dire che quella situazione, per quella data persona, coincide con la normalità. Ma se tutti gli altri ridono, chi non ride è portato a pensare «ce l'hanno con me». Ed è a questo punto che, per istinto di sopravvivenza, vien fuori una certa aggressività, spesso esagerata e rabbiosa, rafforzata dalla paura inconscia che forse, quelli che ridono, abbiano ragione.

Se una persona oggetto di satira invece non si offende ma anzi ride, non vuol dire che la critica sia meno aspra. Vuol dire semplicemente che non ha nulla da temere, ergo non si sente minacciato dalle critiche, e soprattutto che forse ha colto il messaggio e potrebbe essere pronto per un'autoanalisi (sottolineo il condizionale perché non è un dato di fatto).
E' un po' come quando si vuol avere ragione su un argomento: non ci si ricorderà mai di tutte le volte che un'altra persona ci ha dato ragione immediatamente, ci si ricorderà invece di tutte le volte che la stessa persona non ci ha dato ragione, facendo nascere la classica frase sarcastico-polemica «Hai sempre ragione tu!».

Ma ora, facciamo qualche esempio di questa rabbiosa aggressività.
Nel 1986 un Beppe Grillo molto diverso da quello che è oggi, iniziò a fare satira molto aspra soprattutto nei confronti dell'allora Presidente del Consiglio Bettino Craxi, tanto che non poté tornare in TV fino al 1993 quando, scoppiato il caso Tangentopoli, si scoprì che quello che diceva non era tanto lontano dalla verità.

Nel 2001, Berlusconi, infastidito dalle critiche di certi giornalisti di chiara fama e da ancor più comprovato potere mediatico - senza fare nomi Enzo Biagi -  e dalla asperrima satira di persone quali i fratelli Guzzanti, Serena Dandini e Daniele Luttazzi (il quale poi si è scoperto che copiava le battute ma questo è un altro discorso) riuscì toglierseli di mezzo, sia facendo cancellare trasmissioni anche dopo appena la seconda puntata nonostante gli ascolti sia costringendo alcune persone a ritirarsi.

Infine appena ieri sera, i fischi e alle critiche nei confronti di Maurizio Crozza sono state un altro perfetto esempio di quella rabbiosa aggressività. Con la differenza che non è stata espressa da una carica dello Stato, come le volte precedenti, bensì da gente - più o meno - comune che, non accettando la critica satirica si è sentita autorizzata a contestare in quella maniera, adducendo pure scuse - passatemi l'espressione - del cazzo, mostrando senza vergogna alcuna in Eurovisione quanto gli Italiani sappiano dimostrare di essere un popolo veramente incivile. Per non dire di merda.

Ecco cosa intendevo in apertura scrivendo che l'editto Bulgaro ha cambiato la società in peggio: oggi, chiunque si sente autorizzato ed in diritto di accanirsi contro una riflessione satirica che non gli va a genio. E spesso, anche giuridicamente, gli viene data pure ragione.

Concludendo, forse non è chiaro un concetto: Civiltà non è semplicemente dare la possibilità ad una persona di dire la sua opinione, civiltà è saper stare ad ascoltare ciò che ha da dire. 


Ingiuriare i mascalzoni con la satira è cosa nobile: a ben vedere, significa onorare gli onesti.
- Aristofane
NON ZITTITE LA SATIRA!
(o diventerà ancora più aspra e saprà come aprirvi il culo)

AC

13 commenti:

  1. Forse sarebbe meglio che continuaste a fare satira. Vi consiglierei di provare a rileggere attentamente ciò che avete scritto. I discorsi sulla libertà e sulla civiltà di un popolo, richiedono equilibrio, coerenza e onestà intellettuali. Nella vostra riflessione, poco riflettuta a dire il vero, vi ho riscontrato solo concetti raffazzonati in netta contraddizione l'uno con l'altro. Nel vale uno per tutti sul quale vorrei chiudere. Se la satira deve avere ampio spazio e totale libertà di espressione sempre e comunque,perchè io non debbo avere la stessa libertà di contestarla?

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    1. Credo che forse sia tu a non aver letto abbastanza attentamente l'articolo: infatti non ho parlato minimamente del fatto che la satira debba avere ampio spazio (anche se lo penso), ho parlato del fatto che la satira debba essere libera di esprimersi, ma non sempre e comunque: è ovvio che bisogna stare sempre molto attenti a quello che si dice. Ma è innegabile quanto siano inflazionati i reati di calunnia e diffamazione in Italia, soprattutto nella satira. Almeno dal mio punto di vista.

      Infine, nessuno ha mai detto che una persona non debba avere il diritto di contestare. Anzi. Motivo per il quale io stesso lascio deliberatamente i commenti del blog privi di moderazione, perché chiunque sia libero di esprimere il suo punto di vista.
      Tuttavia, prima di contestare e prima che eventualmente si intraprendano azioni disciplinari e soprattutto legali, forse è meglio pensare sulle motivazioni che hanno portato a date riflessioni ed eventualmente incassare il colpo. E' facile dire "che schifo le verdure" e lanciare il piatto prima ancora di averle assaggiate.

      La verità, anche se scomoda, è pur sempre la verità.

      Chiudo rassicurandoti che questa è stata solo una parentesi, un punto di vista personale condivisibile o meno, e che la satira continuerà comunque ed essere l'unica sola attività di Chiasteddu Onlài.

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  2. Lasciando da parte le idee politiche di ciascuno e guardando ai fatti, una considerazione che mi sento di fare è che siamo molto oltre l'idea del non accettare la satira (che poi è esattamente quello che è successo con l'editto bulgaro). Cercano di passare per "seri" dicendo che la satira dovrebbe comunque avere dei limiti e balle varie, ma della satira in se stessa non gliene può fregare di meno.
    E' quello che è successo - e succede - con la storia dei processi, immunità, legittimi impedimenti eccetera. Parlano di complotto per giustificare il fatto che qualcuno preferirebbe che certe indagini e certi processi sarebbe meglio non iniziassero.
    Dico che chi ha fatto casino a Sanremo non è gente comune rabbiosamente aggressiva in modo spontaneo; penso che, sapendo che ci sarebbe stato Crozza, hanno mandato qualcuno lì apposta, come è successo con le persone pagate per assistere ai certi comizi per fare numero. Gran parte dell'Italia ragiona e funziona così e, per il momento, sembra la parte più determinata.

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  3. Ci sono modi e modi di fare satira. Quella fatta ieri da Crozza era decisamente pesante e ridicola. Inoltre non ci si può permettere di fare satira in quel modo nella televisione di stato e durante un festival così rinomato. Crozza è caduto veramente in basso, sopratutto quando ha imitato Luca Cordero di Montezemolo. L'insultare in quel modo la classe operaia ( anche se stava esasperando il pensiero di Montezemolo) è stato a dir poco penoso e personalmente non mi ha fatto neanche sorridere. Crozza ieri meritava di essere fischiato. Come dice anonimo, la satira deve avere ampio spazio sempre e comunque mentre il pubblico deve essere censurato? No, diamo lo stesso spazio a entrambe le cose. Conlcudo nel dire che sicuramente il pubblico ormai è esasperato dall'imitazione di Berlusconi sempre uguale da diversi anni, così prevedibile e sciocca. Avesse fatto satira sul politico e non sull'uomo sarebbe stato sicuramente diverso.

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  4. sarei curioso allora di sapere perché non si fa satira su Monte dei Paschi di Siena. La satira si chiama tale solo se è a 360° , ma come voi sapete meglio di me, la "satira" contestata non è a 360°. L'unico comico che ancora oggi fa satira a 360° è Grillo. Scusate se ve lo dico ma il vostro post è un post del cavolo. Lieto di avervi letto sino ad ora e felice di non farlo più. Coddaisì

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    1. La tua è un'ottima domanda, forse la prima domanda sensata sull'argomento che sento da ieri sera. E sono d'accordo con quello che dici. Ecco, se la contestazione avesse avuto il tuo interrogativo l'avrei capita.
      Forse non si è capita una cosa di questo post: io non ho mai detto di aver approvato o condiviso le parole di Crozza ieri sera. Anzi, i suoi autori qualche errore l'hanno commesso eccome: se per esempio non avesse iniziato con Berlusconi, il casino sarebbe stato molto meno.
      Questa riflessione nasce dallo sdegno che provo quando un attore satirico fa il suo pezzo e viene criticato perché politicamente scorretto. Come è successo ieri.

      Questo può essere un post del cavolo per te e sicuramente per tanti altri: è una riflessione personale che si è deciso di pubblicare. Ma è un'affermazione altrettanto del cavolo la tua "Lieto di avervi letto sino ad ora e felice di non farlo più". Se gli articoli soliti ti fanno ridere non vedo perché dovresti smettere di leggere il blog. Liberissimo di farlo, per carità, ma è un ragionamento irrazionale.

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  5. TUTELA LEGALE DELLA PARODIA E DELLA SATIRA

    Legge 22 Aprile 1941 n.633 (G.U. n.166 del 16 luglio 1941), estratto dall'articolo 1: "Sono protette ai sensi di questa legge le opere dell'ingegno di carattere creativo [...] , qualunque ne sia il modo o la forma di espressione."
    Questa legge sancisce, semplicemente, che tutto ciò che è realizzato dall'ingegno creativo è protetto dai Diritti d'Autore. Ne consegue che la creazione di immagini che fanno riferimento al suo umorismo, alle sue doti creative, etc. è un elemento protetto dalla legge e che appartiene al suo creatore, quindi al Parodista.
    Legge citata, estratto dall'articolo 3: "Le opere collettive, costituite dalla riunione di opere o di parti di opere, che hanno carattere di creazione autonoma, come risultato della scelta e del coordinamento ad un determinato fine [...] artistico, [...] sono protette come opere originali, indipendentemente e senza pregiudizio dei diritti di autore sulle opere o sulle parti di opere di cui sono composte."
    Questa legge è piuttosto importante nell'ambito della parodia. Si indica che un'opera creata unendo altre opere o parti di esse è da considerarsi autonoma qualora fosse il risultato di una scelta artistica. Opera da considerarsi, inoltre, protetta come opera originale e senza pregiudizio su altri diritti d'autore già esistenti.
    Legge citata estratto dall'articolo 4: "Senza pregiudizio dei diritti esistenti sull'opera originaria, sono altresì protette le elaborazioni di carattere creativo dell'opera stessa, quali [...] le trasformazioni da una in altra forma [...] artistica, le modificazioni ed aggiunte che costituiscono un rifacimento sostanziale dell'opera originaria, gli adattamenti, le riduzioni, i compendi, le variazioni non costituenti opera originale."
    In questa legge si sottolinea che le modifiche e le aggiunte eseguite ad un'opera già esistente (nel caso della parodia una nuova elaborazione di nuovi testi, nuove scene amatoriali, scritte, effetti speciali, proprie immagini, ecc.), sono protette e senza pregiudizio di diritti d'autore già esistenti.
    Direttiva 2001/29/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 22 maggio 2001(GU n. L 167 del 22/06/2001), estratto dall'articolo 5: "Sono esentati dal diritto [...] gli atti di riproduzione [...] privi di rilievo economico proprio che sono [...] parte integrante e essenziale di un procedimento tecnologico [...]", in particolare al paragrafo 3 lettera K "quando l'utilizzo avvenga a scopo di caricatura, parodia o pastiche."
    Questa direttiva è specifica per la parodia. In questo senso, la legge specifica che è possibile distribuire un'opera parodiata senza scopo di lucro e senza dover sottostare a diritti d'autore già esistenti.
    Trib. Milano 29 gennaio 1996, in Foro it.,1996, I, 1426 e in Dir. Industriale, 1996, 479, n. MINA; Trib. Milano 15 novembre 1995 in Giur. It., 1996, I, 2, 749, in particolare alla dichiarazione: "A questo proposito, cercando di analizzare giuridicamente questo caso, va premesso che la parodia, secondo la giurisprudenza, si risolve sempre in un'opera autonoma e distinta rispetto a quella di riferimento e non richiede il consenso da parte del titolare del diritto di utilizzazione economica. L'opera pertanto sarà imputabile solo al parodista e giammai, neanche in parte, all'autore dell'opera parodiata."
    Articolo 21 della Costituzione Italiana, "Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione". E' dunque assicurato il diritto "di satira come diritto fondamentale costituzionale".

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  6. L'ho appena visto su youtube (dalla Germania rimango indietro)
    Io capisco che Sanremo rappresenti l'italia Peggiore, per dirla sempre un po' alla Fazio.
    Ma siamo davvero a questo punto? Siamo davvero così?
    Quel video mi ha fatto venire i brividi.
    Tanta solidarietà a chi prova ad aprire un po' la mente di chi non ha nemmeno un briciolo di cervello.

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  7. Sinceramente stento a comprendere la risposta. Siamo passati dai fischi e le contestazioni a Crozza ai reati di calunnia e diffamazione contestati a chi fa satira. Scusate, ma che c'azzecca?? Partiamo da un fatto preciso. Ieri Crozza oltre a molti applausi, ha ricevuto anche molti fischi e l'invito ad andare a casa. (Premetto che trovo Crozza bravissimo) ma a parte il mio giudizio personale, non capisco perchè mai quella parte di pubblico che non ha apprezzato l'intervento del comico, non dovesse avere la libertà di contestarlo. Gli applausi sono consentiti e i fischi no? Chi ha gridato.. " fuori la politica da Sanremo" credete che dal suo punto di vista non avesse ragione? In fondo ha pagato il biglietto ( e credo anche caro) per assistere ad una manifestazione canora e si è dovuto sorbire 39 minuti di Crozza, no dico...... 39 minuti! Se uno applaude alla satira è un italiano civile e se invece dissente dimostra di essere un italiano di merda vittima inconsapevole dell'editto bulgaro?? Su dai siamo seri. Ora, i fischi del pubblico nei confronti di Crozza al festival di Sanremo, che c'entyrano con la censura ai vari Guzzanti, Biagi, etc etc? Diciamo pure che questo è un festival abbondantemente politicizzato e il fatto stesso che uno come Toto Cutugno possa permettersi di dire in Eurovisione davanti al coro dell'ARMATA RUSSA,( come se di cori in Italia non ne avessimo e per di più al festival della canzone italiana) "IO HO NOSTALGIA DELL'UNIONE SOVIETICA DI UN TEMPO"....... bhè la dice lunga su quanto la politica in questo festival la faccia da padrone.

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  8. Bravi, continuate così (non è sarcastico!)

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